BLOGGER TEMPLATES AND MyYearBook Layouts »

martedì 22 novembre 2011

Concrete & Fading away and back

Martedì, 31 Agosto 2010
Tornato dalla Torre.



Come sempre quel posto è un'utopia, incredibile come là la vita scorra senza ostacoli. Anche se bisogna dire che a dare un'anima ai luoghi sono le persone che li vivono con te.



Al momento non parlerò della vacanza. Mi sto concentrando sul viaggio di ritorno, per fermare nel tempo queste sensazioni che sto provando.



Partiamo da Firenze alle 2.00 dopo aver salutato Mako e Rob. L'umore non è dei migliori. La serata si è conclusa con un litigio tra me, la Boss e Len. Il motivo, peggio che futile, è la decisione dell'orario di ritorno. Come sempre la Boss si dimostra ruvida e aggressiva, per poi nascondersi in un ostinato silenzio; Len, che non la conosce poi così bene, si offende.  Risolvo momentaneamente  la contesa prendendo le chiavi della Micra e la decisione di partire subito, senza aspettare l'alba.



Il cemento fa male quando ci sbatti contro.



Se prima a costruire un muro invalicabile era stata la Boss, in macchina Len non ha intenzione di parlare dell'accaduto. Raccogliendo le idee, preparo un discorso per stemperare l'atmosfera. Conosco entrambe da molto tempo, so come comportarmi, dove fare leva e dove essere delicato. È per questo che, iniziando a parlare, rimango a bocca aperta quando la Boss mi interrompe.



"Tu zitto e guida. Tocca a me"



Non ho mai sentito la Boss parlare così tanto di sè. Dopo essersi assicurata che Len la volesse ascoltare, ha iniziato a denudarsi verbalmente, velo dopo velo. Quella che parlava era la Boss di tanti anni fa, prima che quello stronzo le facesse crescere tutta questa scorza protettiva. Ha chiesto scusa per le sue reazioni, ha raccontato qual è la radice del suo male, si è esposta completamente. A un certo punto ha parlato di me, mi ha definito un sostegno insostituibile. Sono l'unico degli amici della vecchia guardia ad essere rimasto al suo fianco. Ha poi parlato di Len, che per lei ha un valore immenso come nuova amica. L'ha definita la sua "cartina tornasole personale". Forse Len le sta lentamente dimostrando che ha senso provare a fidarsi ancora una volta del mondo e di chi ci vive.



Poi ha parlato Len. Spietata e costruttiva. Il suo non è stato un attacco, è stato un lavoro di rifinitura. Niente spada, solo sapienti colpi di lima. Ha sottolineato gli angoli da smussare nel carattere della Boss, l'ha messa davanti alle sue mancanze e non si è di certo risparmiata. Non ha senso l'uso della diplomazia quando parli con il cuore in mano. Ha concluso ringraziandomi per averle permesso di conoscere una persona eccezionale come la Boss.



Io mi sono limitato ad annuire. Mi sembrava di parlare tramite le loro voci. Aggiungevo qualche commento random, giusto per sdrammatizzare. Ogni tanto arrossivo. Quando ho capito quanto le amo, mi è scesa una lacrima.



Il cemento fa bene quando unisce.



Durante la prima parte di questo viaggio di ritorno in macchina c'era una persona sola. Un unico organismo. Le nostre anime erano in completa comunione, unite e cristallizzate in un istante che forse non tornerà più. Eravamo pura amicizia.



Fiori esultavano. Anche gli ingenui Cuori, gli egoisti Quadri e gli orgogliosi Picche non riuscivano a mascherare la loro gioia.
Gli stessi Jolly per una volta nella loro esistenza si sentivano parte costitutiva di un sistema stabile.
Forse questo CastelloDiCarte contiene tracce di cemento.




Non temo più nessun crollo.
(continua...)
CastelloDiCarte

0 commenti: