Better to reign in hell than serve in heaven
Così faceva dire l'amico Milton a Satanasso.
Io al momento credo di essere agli antipodi di questa affermazione.
Sono sempre stato il Dio della mia vita. L'imperatore assoluto, il monarca implacabile con me stesso e con gli altri, ma dolce e permissivo nei momenti migliori. Ecco, basta.
Basta. Non è giusto che io abbia questo potere. Non è giusto che io possa, con una decisione, cambiare la vita mia e di altre persone che amo. Nessuno dovrebbe avere questo potere sugli altri. E' una cosa da grandi. Io sono piccolo piccolo.
Al momento regno sul mio inferno privato. Tutto gira come dico io, sto sistemando le poche cose ancora fuori posto nel mio mondo a pezzi. Tutto è sotto controllo. Tutto va a rotoli, con eleganza.
Ma io voglio abbandonarmi. Io voglio lasciarmi andare, lasciare che il vento di un altro Dio porti via queste carte impilate alla cazzo. Non reggo più il peso della responsabilità dell'infelicità altrui. Non ho il distacco cinico di un Dio come si deve. Io sono un Dio a cottimo, q.b., secondo necessità. E autoreferenziale. Fare il Dio degli altri... no. Non fa per me.
Io voglio essere suddito. Fanculo all'orgoglio. Fanculo all'amor proprio, alle regole rigide di una vita che non so quanto ho scelto di mia iniziativa, a una carriera che non mi convince, al futuro incerto. Fanculo. Voglio un Dio che provveda alle mie necessità. Una personalità schiacciante che mi prenda, mi annulli e mi dica: "Adorami. Stacca i pensieri e adorami. Penserò a tutto io". Sono troppo immaturo per assumermi le responsabilità che mi spettano.
Voglio servire in paradiso.
Ma, inevitabilmente, Dio si nasce.
Questa è solo stanchezza.
Novembre... ha un suono meraviglioso (nave... ambra...) eppure lo sento da sempre un mese alieno, estraneo e ostile.
Novembre e Febbraio, che rabbrividisce già nel nome.
Cosa mi ha portato questo Novembre?
1. Ansia
Novembre (Scorpione) ha regalato un cuginetto (cancro) al seno di mia madre. La quale (Cancro di Luglio, con annesso cancro novembrino) ha portato tutti noi sul limite dell'esaurimento nervoso. Ma ora, dopo l'operazione e in attesa degli esiti, è tornata serena. Mistero. E dita incrociate.
2. Stress
Due ragazzini di ripetizioni cominciano a pigliarsi una caterva di 4. E chi chiamano le mamme per salvare in extremis il quadrimestre? Moi, ça va sans dire. Non che mi lamenti, per carità, ma aggiungete a tutto TRE e dico TRE concerti da preparare e immaginate la mia faccia. Sì, le occhiaie sono proprio quelle. Perché questa volta "DA PREPARARE" vuol dire tanto. Mica solo le prove strumentali. Nossignori, quest'anno abbiamo fatto le cose in grande. Come il mio gonfio fegato. In uno ero voce narrante e recitante, degli altri due sono sceneggiatore e scenografo. Tra sabato e domenica due sono andati, il terzo domenica prossima, ma ho comunque deciso di staccare la testa e lasciare che le cose vadano da sè.
3. Lavoro
E via. Almeno questa! Eccomi a lavorare come umile schiavo docente presso lo stesso istituto altisonante in cui docet anche La Teacher. Peccato che mi senta ancora discente. Sto imparando l'arte. E mi sento tremendamente inadeguato a confronto con altri miei colleghi iper-organizzatissimi-e-che-figurati-l'inglese-lo-sanno-di-certo-meglio-di-me-e-blablablabla (storia della mia vita. Inferiorità e paranoie. Cioè, sono una persona molto orgogliosa, ma basta dare un dito alla mia cazzo di autocritica perché si prenda tutto il braccio e inizi a farmi a pezzi. Lobotomizzatemi).
A.... Novembre, come canta raschiandosi l'ugola quella là dell'Esselunga, sono nati in tre. Tre persone, più o meno importanti.
Un mio pari.
Un mio dispari.
Un mio reciproco.
Rendendo così questo mese da dimenticare ancora più fondamentale. Ma io continuo a sperare che lo smembrino. Voglio 46 giorni a Ottobre e 46 a Dicembre.
...ah... dite che così poi cambierebbero il nome a dicembre, perché dopo l'otto viene il nove?
...dannazione.