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martedì 22 novembre 2011

Un castello di carte (reprise)

Ora che mi sono trasferito con baracca e burattini, credo sia necessaria una breve legenda per ricapitolare.


Sono un CastelloDiCarte, il vento mi fa tremare e oscillare. Se crollo mi ricostruisco in breve tempo.

Non ho paura di nulla, ma soffro di personalità scissa.

Ognuno dei miei post sarà firmato da una delle carte che mi compongono. Ogni seme ha il suo significato, e maggiore il valore della carta, maggiore l'intensità del sentimento provato.

Cuori - Amore, inutile dirlo. Temibile, tra le varie carte, la DonnaDiCuori, che soffre della Sindrome della Crocerossina. La possino.

Fiori - Amicizia, situazione famigliare e autocritica riflessiva. Seghe mentali, perché no. Momenti di teoria e tecnica del vivere.

Quadri - Lavoro e denaro. Money Money Money...

Picche - Orgoglio, sfide a me stesso e al mondo. Momenti di aggressività. Momenti di sfogo violento. Momenti che ooooooooh!

Segnalo anche la presenza di due intrusi. Due sobillatori. Lo Yin e lo Yang della mia schizofrenia.

JollyRosso - Follia irrazionale costruttiva. Poesie, frammenti. Tanta insonnia

JollyNero - Follia irrazionale distruttiva. Poesie piene di spleen adolescenziale. Esplosioni.

Al momento la CARTA IN CIMA è FanteDiQuadri. Tanto tanto lavoro, e soldi.

In attesa che gli subentri il mio preferito, FanteDiCuori.

Terreni stabili a tutti voi.
CastelloDiCarte

NO vembre, please

Lunedì, 21 Novembre 2011
Con oggi dichiaro finito Novembre. Sì, dieci giorni in anticipo. Embè?





Novembre... ha un suono meraviglioso (nave... ambra...) eppure lo sento da sempre un mese alieno, estraneo e ostile.



Novembre e Febbraio, che rabbrividisce già nel nome.



Cosa mi ha portato questo Novembre?

1. Ansia 

Novembre (Scorpione) ha regalato un cuginetto (cancro) al seno di mia madre. La quale (Cancro di    Luglio, con annesso cancro novembrino) ha portato tutti noi sul limite dell'esaurimento nervoso. Ma ora, dopo l'operazione e in attesa degli esiti, è tornata serena. Mistero. E dita incrociate.




2. Stress

 


Due ragazzini di ripetizioni cominciano a pigliarsi una caterva di 4. E chi chiamano le mamme per salvare in extremis il quadrimestre? Moi, ça va sans dire. Non che mi lamenti, per carità, ma aggiungete a tutto TRE e dico TRE concerti da preparare e immaginate la mia faccia. Sì, le occhiaie sono proprio quelle. Perché questa volta "DA PREPARARE" vuol dire tanto. Mica solo le prove strumentali. Nossignori, quest'anno abbiamo fatto le cose in grande. Come il mio gonfio fegato. In uno ero voce narrante e recitante, degli altri due sono sceneggiatore e scenografo. Tra sabato e domenica due sono andati, il terzo domenica prossima, ma ho comunque deciso di staccare la testa e lasciare che le cose vadano da sè.



 


3. Lavoro

 


E via. Almeno questa! Eccomi a lavorare come umile schiavo docente presso lo stesso istituto altisonante in cui docet anche La Teacher. Peccato che mi senta ancora discente. Sto imparando l'arte. E mi sento tremendamente inadeguato a confronto con altri miei colleghi iper-organizzatissimi-e-che-figurati-l'inglese-lo-sanno-di-certo-meglio-di-me-e-blablablabla (storia della mia vita. Inferiorità e paranoie. Cioè, sono una persona molto orgogliosa, ma basta dare un dito alla mia cazzo di autocritica perché si prenda tutto il braccio e inizi a farmi a pezzi. Lobotomizzatemi).







A.... Novembre, come canta raschiandosi l'ugola quella là dell'Esselunga, sono nati in tre. Tre persone, più o meno importanti.



Un mio pari.



Un mio dispari.



Un mio reciproco.



Rendendo così questo mese da dimenticare ancora più fondamentale. Ma io continuo a sperare che lo smembrino. Voglio 46 giorni a Ottobre e 46 a Dicembre.

...ah... dite che così poi cambierebbero il nome a dicembre, perché dopo l'otto viene il nove?



...dannazione.

FanteDiFiori

Blasphemy

Giovedì, 10 Novembre 2011
Poco fa leggo su FB lo stato di un amico. Parla di un giochino di lotta dove i personaggi in guerra tra loro sono tutte le divinità mondiali, e nel segnalarlo ai suoi amici scrive "Un po' blasfemo ma divertente".



Citando Abe che cita il Tizi: "La differenza tra te e me" è che io non sentirei il bisogno di giustificare nulla. Blasfemo de che? Blasfemo per te, Lorenzino... ma va là, per piacere.



Comunque oggi la blasfemia ha pagato.





Il prete è venuto a benedire casa. Io ero al cesso e mi son ben guardato dall'uscire.





Mamma in ospedale. Cancro al seno. Quadrantectomia domani. Ci ha fatto mangiare mani, nervi, lacrime e unghie per due settimane. Oggi vado a trovarla dopo 10 ore di pre-ricovero, mi bacia tutta euforica e mi dice: "SONO RADIOATTIVA! MI HANNO INIETTATO IL CONTRASTO!" con un sorriso che neanche Geronimo Stilton sulle copertine dei suoi libretti. Da ammazzarla.

Oh beh, almeno lei se la spassa, con quella compagna di stanza che si è trovata, quella furia coi capelli rossi senza più cistifellea che la piega dal ridere. I pensieracci notturni ce li ha lasciati tutti a noi. Meglio così, mamma, meglio se il sonno lo perdiamo noi.





Colloquio di lavoro. Su raccomandazione de La Teacher. Interrogatorio di tre quarti d'ora con la frizzantina Eli e il capo, Mr. T.

Quando stavano finendo gli argomenti Mr. T mi chiede se sono impegnato col mio oratorio.



Risposta:

sorriso alla jocker, sbuffo -    Well... I don't mean to be blasphemous... but... a few hours ago the priest came for the usual christmas blessing and i locked myself in the bathroom...



Mr. T. scoppia a ridere e mi fa:  I kinda agree with your attitude...



Bella lì. Colloquio andato bene.



Grazie, LaTeacher. Ora sono un po' teacher anch'io.
FanteDiQuadri

Karmamoto 2 - Scosse di assestamento

Lunedì, 24 Ottobre 2011
Oooooh come mi compiaccio. Mi compiaccio e stracompiaccio, tié.



L'incidente ha scoperto gli altarini. L'innominabile-scritto-anche-con-la-minuscola, quello che era stato ridotto a un rottame da un terribile incidente a luglio, ha avuto quello che si meritava.



Dopo essersi del tutto ripreso non è stato più capace di tener su la maschera da bravo bambino che indossava dal 2008.



Pare che sia tornato lo stronzo che era una volta. Forse si sente giustificato per il colpo gobbo che gli ha riservato il destino, ma mettersi a dare ordini, pretendere di essere servito e riverito e tornare a essere il maligno di una volta non è stata una mossa molto saggia.



La compagnia gli ha risposto con un: "Senti ciccio, ora te ne stai a casa per i cazzi tuoi per un po' e ci risentiamo in tempi più sereni".

Anche mio fratello si è stancato di lui.



Oooooh... Istant Karma.
ReDiPicche

Rivelazioni notturne

Martedì, 18 Ottobre 2011
Era da un po' che mi sentivo alla deriva. Il mio amico Libo, che ai suoi pisquani insegna la musica, lo definirebbe un momento Bequadro. Né Diesis, con mega gioie, soddisfazioni e fanfare, né Bemolle, con sfighe improvvise, lutti, difficoltà da superare.



Pura attesa. Nel mio caso l'attesa di iniziare la tesi magistrale con Franja, mentre preparo questi ultimi 4 esami.

Con Cubo tutto ok. Gli amici vivacchiano nella loro solita Intemperanza (vero, La Teacher?). La famiglia bene, grazie (li sto abituando alla presenza di Cubo. Piano piano, ma con decisione). E allora perché mi sento perso?



La rivelazione ieri notte, complici quattro tiri di insalata assieme al Bro. Vagolo fino al letto e mi accascio, guardo il soffitto, chiudo gli occhi e vago con la mente.





Bambino bambino bambino bambino bambino penso sempre con voce di vecchio torna a pensare con voce di bambino bambino bambino bambino senti che torna acuta bambino sono bambino senti come parlo bambino allora cosa stai facendo cos'è che ti fa star male bambino perché soffri ah ma ho capito bambino ti sei perso bambino ma sei grande eh bambino i grandi non si perdono bambino hai venticinque anni e hai tracciato un percorso davanti bambino sai cosa devi fare bambino sai cosa fare come ottenerlo bambino stai imparando ad amare bambino sai come fare bambino lo sai bambino lo sai e allora vai bambino di' la tua bambino imponiti bambino prendi in mano la situazione bambino LO SAI PERCHE' TI SENTI PERSO BAMBINO TI SENTI PERSO PERCHE' HAI PERSO DI VISTA



LA TUA VISIONE DEL GIUSTO bambino. Il Giusto. Quello in cui credi. Il TUO DIO bambino una volta eri TU bambino ora non l'hai più bambino ritrova il tuo dio bambino ritrovalo e seguilo bambino e applicati per tornare a esserlo bambino dovrai essere tu il tuo dio bambino. Il Giusto è uno solo. Il Giusto è quello che sai che devi fare, quello che sai che devi essere, quello che devi organizzare, creare, strutturare e disciplinare della tua vita.





Per tornare a essere il mio dio personale.



Sonno senza sogni. Solo alla fine appare il nonno morto che mi confida: "Scherzavo. Era solo un ictus, ma ora sto bene eh. Vieni di là che ti racconto".



E da oggi torno a santificarmi in tutto quello che faccio.



Ah, epifanies.
FanteDiPicche e JollyNero

SPAzio ai complimenti (alla mamma)

Sabato, 08 Ottobre 2011
Giornata alle terme con Cubo.



E' la prima volta che sperimentiamo questa spa, dopo qualche peripezia per trovare parcheggio ci addentriamo nell'atrio.

Subito si fa avanti la receptionist, quella che al telefono mi aveva chiesto "Viene con un amico o con la ragazza?", bruciandomi sul posto l'opzione "Vengo col mio ragazzo". Teli, accappatoi, shampoo e via verso nuove avventure.



Bellina la spa. Un po' piccola però. Anche se il fatto che l'hammam era totalmente schermato dal resto delle saune... mmmmmh! Vi lascio immaginare.



A proposito.



Esistono ragazzi simpatici. Esistono ragazzi intelligenti. Esistono ragazzi spiritosi. Esistono ragazzi di bell'aspetto. Esistono ragazzi bravi a letto.



Io ho Cubo. E ho tutto questo.



Sono ancora sulle nuvole.
AssoDiCuori

Finalmente

Lunedì, 26 Settembre 2011
RITORNA!



Cubo, ti aspetto!
FanteDiCuori

Insomniac 1

Sabato, 24 Settembre 2011
Skill, friends and insomnia.



Make up this concoction /

three times a day /

stir gently but firmly /

and wait and see.





Adolescenza eterna di chi vorresti grande.

Tentativi di adultaggine di chi vorresti bambino.

Bloccarsi a metà per il giudizio altrui

pur sapendo che al finale sarai tu a vincere.



Prepararsi al sonno sentendo sorgere in te

la consapevolezza che non dormirai affatto.



Buttar fuori qualcosa in forma scritta

andando a capo a spada tratta

facendo una rima che non ti aspettavi

e dandoti una pacca sulla spalla.



Creazione dal nulla in senso incolonnato

per darti modo di chiudere gli occhi.



Ma allora dormi, cretino.



Un consiglio? Qualche musichina dall'Ipod mentre stai lì sdraiato. E l'Ascensore che fa



200 (inspiro - espiro) occhi aperti

199 (inspiro-espiro) occhi chiusi

198 (inspiro-espiro) occhi aperti

197 (inspiro-espiro) occhi chiusi

196...



galleggio via.





Un giorno tornerò a iscrivermi in piscina.
JollyRosso

Due di Picche Management Guide

Venerdì, 23 Settembre 2011
Scartavetrando tra i miei vecchi post e le mie vecchie note personali ho ritrovato questa simpatica guida rivolta alle mie amiche più fragili.






Per Donne




Hai preso un due di picche.


Lui ti piaceva (ti piace) tanto, davvero tanto, stavi già girando film mentali nella tua testa in cui voi due eravate i protagonisti acclamati e il mondo una comparsa. 


Ti piaceva talmente tanto che ti sentivi scoppiare, al punto che hai sentito il bisogno di farglielo sapere.


E lui ha immediatamente pianifiicato come uscirne con dignità e senza farti a pezzi.




E ora? Ecco qua sotto una guida punto per punto su come affrontare questa lacrimosa situazione.




1   ACCETTAZIONE


Stai male, vero? Già non riuscivi a immaginarti una vita senza di lui, ed eccoti piombata nella cupa realtà: lui non ti vuole.


Può essere in buona fede, può aver fatto ricorso alle solite scuse piene di spleen adolescenziale (vedi --> Homo Menstruatus), fatto sta che non ti vuole al suo fianco come ragazza.


Piangi. Ora è il momento giusto. Fatti due, tre giorni, una settimana a struggerti per lui. Pensa a tutti quei film mentali dove andavate al parco insieme, prendevate il sole al lago, i regali mai ricevuti, i baci mai scambiati...




Fatto?


Bene. Ora puoi benissimo




2  DIMENTICARLO


Beh, parola grossa. Ovviamente non si intende l'oblio dell'oltretomba. Saprai sempre chi è e cos'ha significato per te. Significa solo ridimensionarlo al suo ruolo pre-scaricamento. Chi era per te?


Un amico? (ma sei scema? Non ci si innamora degli amici!) Bene, ora è un amico imbarazzato. Che ti vuole bene, non come gliene volevi (vuoi) tu, e si sente tremendamente in colpa per averti precipitato nella disperazione.


Uno sconosciuto? Allora che resti tale! O, se sei particolarmente masochista (vedi --> Virgo cum cilicium), fattelo amico. E tormentati ancora per un po'.




E ammazza la speranza che le cose cambino! Quando un uomo scarica (se non si ubriaca), scarica per sempre. Un po' di dignità, sant'Iddio!




3 MORIRO' SOLA


Non c'è modo migliore per far avverare una predizione che ripeterselo alla nausea. Morirai sola e zitella solo perché Pinco Palla ha deciso che non eri la sua Gigia Bigigia? L'ISTAT vorrebbe scambiare due paroline con te...


Non puoi prendere UN esempio e renderlo la regola. Galileo e tutto il Metodo Sperimentale si stanno rivoltando nella tomba.


Quante esperienze con l'altro sesso (o con lo stesso, per carità, ma le mie amiche lesbiane hanno molte più risorse di queste etero fragiline) hai all'attivo? Due tentativi di approccio falliti? Tre? Su 3 miliardi di ometti (e qualche esercito di lesbichine)? Dai, cazzo!




4 CAMBIAMENTO INAVVERTIBILE


Ecco un bel rimedio. Cambia qualcosa. Spesso una donna rifiutata è ferita a morte. Come uscire da questa lenta agonia? Ovvio! EUTANASIA! Fai fuori la vecchia te stessa, quella che ha fallito, e sfodera una nuova te  che sia sempre all'altezza della situazione.


Attenzione, non stiamo parlando di cambiamenti caratteriali drastici e/o drammatici. Basta cambiare smalto, provare un parrucchiere nuovo, vedere se con il verde oliva stai davvero così male come pensavi.


Camuffati! Taglia il ramo ammuffito e vedrai.


C'è poi un segreto che non tutti riescono a tenere a mente. La gente cambia dentro.


Cambia lentamente, senza che nessuno se ne accorga, finché un giorno PUF!, un tuo vecchio amico si gira, ti vede come fosse la prima volta e...


Anche tu stai cambiando, sai? Solo che non te ne accorgi. Lasciano che siano gli altri ad accorgersene.




5 AMICI


Esci con loro. Frequenta nuova gente. Conosci persone. Fai un viaggio. Scrivi un libro, una poesia, una raccolta di barzellette sulle donne single. Vedrai.


Conoscere luoghi e persone nuove è il primo passo per incontrare quello giusto per te.




6 ASPETTATIVE


Nessuno è tenuto a sposarsi. Tanto meno a sposare te. Se una persona esprime interesse nei tuoi confronti significa che vuole passare del tempo di qualità con te. Non vuole necessariamente essere il padre dei tuoi figli. 


Metti te stessa prima di chiunque altro. 


Chi sa stare bene da solo sa vivere bene in coppia.







Per uomini:


Ma quanto se la tira?


Guarda là! Quella ha le tette più grosse!

OttoDiFiori a.k.a. (De)Motivator



...Parlavate di me?

DueDiPicche

Pugghia, Priscilla, Proposito

Domenica, 04 Settembre 2011
Grosso grasso pranzo pugghiese ospiti del Maniero della Teacher. Che dire... la Nekka è DI-VI-NA.



Presenti: tutta la rive gauche del Lato Oscuro. Abe, il Pier, mestessomedesimo e la Manu. Forse l'unica totalmente etero al tavolo era la Nekka. Forse, chi può mai sapere cosa ci riserva il destino.



E via che si mangia! Prima carciofini con taralli, poi orecchiette pugghiesi con ragù pugghiese, involtini al sugo, polpettine di frittata, friggitelli, melanzane e zucchine. Tocco di gran classe il tiramisù alle pesche della mamma del Pier (E DONATELLA CANTA A CASA MIA!)



Si chiude con vino da me fornito (mi sentivo terribilmente in difetto con tutto quel ben di dio!), limoncello della nonna Maddalena e un vino liquoroso di cui non ricordo il nome...





Pausa post-prandiale con stronzate sul divano, ma quando si scopre che la Manu e il Pier non hanno mai visto Priscilla, Regina del Deserto... SCANDALO. Si corre subito ai ripari! E allora via.



Alla fine del film ci si ripromette di partire anche noi vestiti da drag attraverso un deserto. In mancanza di un deserto va bene anche il Salento. Vuoi mettere? (Pugghia nel cuore)





Fine giornata. La Teacher mi consegna buona parte degli avanzi. Le sono decisamente riconoscente, la voglia di cucinare in casa è sotto i tacchi. E mi dico:



"E' proprio vero che col Lato Oscuro mi sento proprio a casa. Capisci quando sei amico di una persona nel momento in cui cala il silenzio e senti che nessuno deve riempirlo. Anche se il Lato Oscuro col silenzio c'entra ben poco...



Proposito. Voglio stare sempre così bene con loro. Non voglio perderli mai".
AssoDiFiori

Karmamoto

Giovedì, 11 Agosto 2011
Ridendo e scherzando è ormai quasi un anno che scrivo.



Quando ho iniziato l'anno scorso l'avevo preso come un esperimento. Dovevo raccontare le mie vacanze e le mie esperienze. Dovevo mettermi alla prova come narratore.

Ci ho decisamente preso gusto.



Ultimi aggiornamenti.



Il Karma è una ruota che gira. What goes around comes around.



L'individuo, quello che non deve avere un nome, quello che mi ha rovinato la vita nel 2008 ha subito un colpo di riassestamento karmico.



Un KARMAMOTO.



Ora è in sedia a rotelle con delle placche d'acciaio nella colonna vertebrale.







Il karma gira... e fa spavento.



Quando ho saputo del suo incidente... Quando ho saputo che era in rianimazione gli ho scritto un biglietto, dopo anni che solo a pensare a lui sentivo una fitta nello stomaco.



"Io sono andato Altrove. Ho fatto di tutto per non vederti più, per sparire, per fare in modo che tu non mi potessi raggiungere. E per questo ho perso tanto.



Ma questo non significa che tu non possa restare qua.



Vivi. Questa è la mia preghiera razionale.
"





Il Karma è come il vento... 
SetteDiFiori

Palinsesto

Lunedì, 06 Giugno 2011
Scrivere. Raschiare via. Riscrivere.



Cosa? Non ha importanza.



Ogni cosa venga scritta, cancellata e coperta da nuove parole, se guardate bene bene controluce, non potrete non intravedere me e il mio universo.



Amo. Il mio Cubo irlandese sta bene, e per questo sto tanto bene anch'io.



Il Lato Oscuro va avanti da sè, con le regine (tantissime), il suo Fante (io, spesso assente) e i suoi Re (che poi in realtà sono Regine dentro).



Sono in modalità Quadri: lavoro lavoro lavoro. Tutto il resto viene dopo.



Ah, giusto per ricordarvelo: il terreno è stabile. In cima c'è sempre AssoDiCuori.



Il 28 Giugno sarà un anno che è lì.





Finchè il meraviglioso vento dell'Est non verrà, e ai primi di luglio spazzerà me, Costruzione sempre più solida di tante Carte differenti, fin sulle rive di smeraldo di Eireen la bella.



Cuori. Cuori Cuori Cuori. 
Assi Rossi

Lettera a Cubo - 10th Moon

Lunedì, 18 Aprile 2011
Dieci Mesi



Così, puro e semplice. Dieci mesi per me e per te. Dio… ho battuto ogni record. Se me l’avessero detto quando è iniziato il nostro “esperimento”, avrei scosso la testa dicendo: “Figurati. Ci ammazzeremo a vicenda prima”.

Ed eccoci qua. Un pochino sono imbarazzato. Tu mi imbarazzi, anche se sembro senza vergogna. Mi fai vergognare fino al midollo, stare vicino a te mi fa sempre sentire inadatto, goffo, impacciato. Come se fossi il mio primo ragazzo.

Ma forse sei il primo a contare davvero.



Dieci mesi di alti e bassi.



bassi, oltre a me, novello hobbit, sono stati tanti. Siamo due persone tremendamente diverse. Io ho un carattere di merda, tu hai un modo di essere a tratti irritante e che mi verrebbe voglia di sbatterti giù dal balcone. Ci siamo presi a male parole (non insulti, solo aggressioni verbali) più volte. Novanta volte su cento sono stato io a farti a pezzi. Ho uno scarsissimo controllo sulla mia rabbia. Mi dispiace.



Due mondi opposti.

Io mi espongo, mi metto in vetrina, condivido con tutti, che lo vogliano o meno. I miei amici mi conoscono come le mie tasche, mi leggono nel pensiero. Io intanto desidero far sapere al mondo tutto quello che mi passa per la testa, perché non temo il giudizio altrui sui miei pensieri o su quello che faccio. Lo temo solo sugli ambiti sui quali non ho il minimo controllo.

Tu vivi tante vite che tra loro si intersecano a fatica. Hai amici che non conosco, trascorsi misteriosi e un passato “trasgressivo” che forse in parte non voglio sondare. Che mi spaventa. Fosse per te, la “situazione” tra me e te doveva restare una cosa privata. Io ti ho fatto violenza e ti ho introdotto in un Lato Oscuro che già ti conosceva come “quello che stavo frequentando”. E ti chiedo scusa anche di questo, ma col senno di poi ci ha creato una sacca di tranquillità emotiva dove possiamo essere Noi Due pur restando inseriti nel mondo. E per me, credimi, non è poco.







Gli alti ci sono. Oh, se ci sono. Ho sempre il terrore di diventare melenso quando parlo con te , ma sappi che per me è “alto” ogni momento che posso trascorrere con te. Ora, non voglio dire quello che non posso dire. C’è una sorta di understanding tra noi due che comporta la non-espressione del sentimento, ma il suo metterlo in pratica per dimostrarlo all’altro. Ma sappi che mi mordo la lingua fin troppe volte. Sei familiare col concetto di Sublime? Ecco. Ci sono momenti in cui mi sento a tal punto pieno di te, della tua presenza al mio fianco, dei tuoi capelli mentre li accarezzo, della tua testa in grembo, della tua figura elegante e decisa che mi apre la strada, che mi guida… che mi verrebbe voglia di vuotare il sacco e urlarlo. Ma poi? Una volta che ti ho detto che […]? Lo banalizzerei. È una cosa agrodolce, credimi. Sentirlo. Poterlo dire. Essere a tal punto immerso in un sentimento così chiaro e definito ma non poterlo pronunciare. Io, un linguista. Io, un futuro traduttore. Io che con le parole ci lavoro, me le precludo per te.

Perché, una volta detto, non potrò mai più ridirtelo per la prima volta.

Solo per questo.



Mi stai facendo crescere. Sono una persona incasinata, difficile, a tratti bipolare. Alterno momenti di vitalità ed esultanza (neanche fossi Len) a momenti di morte interiore. Che cazzo vuoi, son fatto così. Affronto ogni critica, ogni rimbrotto, come se fosse una battaglia da cui posso solo uscire vincitore. Aggredisco violento e colpisco dove so che fa più male.

 Ma sto cambiando. Sto smussando questi angoli spigolosi. So che seidiverso da me – so che se fossi come me ti odierei –, l’ho accettato, ho imparato ad apprezzarlo. Ogni tanto soffro per delle differenze apparentemente inconciliabili (come il fatto che io ho bisogno che mi si chieda di intervenire in caso di bisogno, mentre tu non chiederesti mai aiuto). Ti tiro delle menate interminabili che poi mi rimbalzano contro immediatamente quando mi rendo conto dell’assurdità delle mie posizioni. Sto imparando a chiedere scusa.

E per me è davvero, davvero difficile.



Ma tu ci sei, meraviglioso mistero. Ogni tanto mi domando esattamente Che Cosa Sei.

Sì, proprio quella domanda etichettosa che tanto ti spaventa.

Perché, capiscimi, sei un bel rebus.



Eri già nella mia vita da cinque anni, poco più di una bella comparsa. A ottobre 2009 mi accorgo che mi piaci. Poi subentra il periodo Ax. A dicembre dello stesso anno ti racconto di me. A giugno con Ax va tutto a puttane. E c’eri tu. Subito tu.

Com’è successo? Sei etero. Lo so che sei etero. E allora perché io?

Se proprio doveva essere un esperimento (all’inizio era così per entrambi, no?), come mai hai sentito di volerlo provare? In nome di quell’apertura mentale che ti contraddistingue per cui un rapporto è sempre e comunque un rapporto nonostante il genere dell’altro?

Strano. Strano forte. Sei stato il primo ad accorgerti che o la fisicità si accompagna all’orientamento sessuale o il tuo corpo si oppone in ogni modo.

Eppure ci sei.

Ci provi.

Ci proviamo entrambi.



Ogni tanto temo di rovinarti la vita e la salute. Temo che ti sto inconsciamente costringendo a fare qualcosa che non ti piace, che non senti giusto per te. Saranno seghe mentali, ma vorrei condividere questo dubbio con te.

Mi rassicuri sempre, dici che hai una voglia matta… ma lo dici a me o a te?

Guarda che se ti accorgessi che proprio non fa per te devi dirmelo subito.

Come tu stai rinunciando a una comoda vita da etero con tutte le donne che vuoi, così io posso rinunciare a certi aspetti della mia sessualità fisica.

Solo permettimi di stare al tuo fianco…



Solo questo.

Pre Irlanda. Durante Irlanda. Eventualmente Post Irlanda.

E se, come ci auguriamo, il Durante Irlanda si trasformasse in Per Sempre Irlanda… Potrei scavarmi una nicchia vicino a te? Non voglio rovinare la tua esperienza. Il tuo sogno. Me ne sto qui, buonino buonino, a finire i miei studi e quant’altro. Ma qualora il sogno si realizzasse… posso raggiungerti?



Non volevo stordirti di parole. Di solito il cianciatore dei due sei tu.

In origine questa doveva essere una pagina di diario che parlasse di ognuno dei giorni che ci terranno separati. È diventata una celebrazione di noi due, un accumulo di mie paranoie e forse anche una dichiarazione d’amore.

Spero ti piaccia comunque.

Torna presto, Cubo. Dobbiamo festeggiare i nostri dieci mesi insieme.

Ti voglio bene
Coro del Castello

Deravaun Seraun

Martedì, 22 Marzo 2011
Nervoso. Ma non quei nervi che ti danno la carica nei momenti in cui sei messo alla prova. E' proprio strizza.



Domani è un giorno di svolta, lo sento. Dopo che domani sarà passato forse nulla sarà più come prima. 



La laurea. Il riposo. L'Irlanda.





Sapere che sta arrivando un cambiamento in un momento in cui non sei pronto a sostenerlo. Aver paura di essere una pratica burocratica da archiviare. 





Lui va. E non te la senti di seguirlo.






Deravaun Seraun







Dover sperare con tutto te stesso che la persona che ami veda il suo sogno svanire davanti alla dura realtà dei fatti mi spezza questa brace di cuore che mi è rimasta.



Laurea. Col nervosismo che ci ha allontanati in questi giorni frenetici.



Riposo. Con le mille promesse da mantenere. Le pratiche da archiviare, appunto.



Aprile. Irlanda. Vai, è il tuo sogno, è giusto così, dice la testa.





Ma che male che fa...





Non ti laureare domani...

SeiDiCuori

Il Proprio e l'Estraneo

Giovedì, 03 Marzo 2011
Vita strana, quella del traduttore. Lavoro strano quello che sono andato a scegliermi (o che mi ha scelto).



Al momento vivacchio di ripetizioni e aspetto con trepida attesa il pagamento della mia prima traduzione tecnica per un'azienda del luogo. Credo che capisci che è il tuo lavoro quando, una volta scritta l'ultima parola, pensi: "Ancora. Ne voglio ancora..."



Ma non è quello che cerco io. Il grande sogno è la traduzione letteraria dall'inglese. E il compito di un traduttore (e chiedo scusa al signor Venuti se non sono d'accordo con lui e i suoi saggi sull'argomento) è di essere invisibile. Noi lottiamo col testo fonte, lo domiamo nonostante opponga una strenua resistenza, dentro di noi lo facciamo nostro... per poi sparire. Lo riscriviamo da zero, con fatica e sudore... ma della nostra personalità non deve trasparire nulla.



Ti rende umile. Ti fa crescere. Ti fa amare ancora di più l'autore. La traduzione E' un atto di amore. Un amore così grande che ti convince a deporre ogni tuo orgoglio, ogni spasmo di amor proprio, tutto per poter trasmettere a chi non ha la fortuna di saper leggere il testo in lingua quel tesoro che hai trovato.



E la traduzione è qualcosa di ancora più stupendo di questo, qualcosa che mi ha aiutato anche nella vita. La traduzione, soprattutto quella di culture lontane, significa accettare quello che è ESTRANEO del testo fonte, senza tentare di renderlo PROPRIO, nostro, italiota. Solo quando avremo capito che tra il mondo del testo fonte e il nostro c'è un abisso incolmabile, allora potremo superare questo senso di malinconia e frustrazione e accettare l'Estraneo in quanto tale.



Oh Cubo. Quanto ho imparato dalla traduzione. Quanto ho imparato dalle lezioni della Franja. Moltissimo è dipeso da questo. E se ora siamo entrambi felici, lo dobbiamo a questo mio passo avanti.
NoveDiQuadri

What about atonement?

Domenica, 20 Febbraio 2011
Possa questo fragore incrinarmi tutto



Disse sconfitto l'uomo di vetro. Tutto si legge nella sua testa, tutto si rompe all'urto reale



Credi che sappia la strada migliore? Credi che possa viaggiare sicuro?



Scappa lontano e non ti voltare, quello che lasci ti seguirà.







E che mi dici della redenzione? Dove trovare giustizia infine?



Resto, combatto, soccombo, disgrego



Gli ultimi atomi di vecchio me stesso.



Ingiusta la colpa, ma non quella altrui.







Codardo che scappa e folle che muore



Andate pure per la vostra strada



La pace io cerco, ma perdo la presa



e cado. Disfatta su fronte unito







"Non capisco, nonno. Perché i tre signori muoiono?"



"Perché avrebbero vinto soltanto se non avessero combattuto"





All is lost / Loss is all

may my soul stop to fall

hold on tight, wounded boy

or you'd never reach your joy
JollyNero

down

Giovedì, 27 Gennaio 2011
Sapere che lui ha i suoi amici, e tu i tuoi, e che se i gruppi trovano un punto di contatto nel lato oscuro è solo per una tua avventata iniziativa dell'estate scorsa.



Sapere che lui non si confida con nessuno degli altri. Che tu per loro non ci sei. Non esisti. Che lui è single (mentre tu sanguini per abbassarti al suo ritmo, troppo, troppo lento).



Non essere niente in due. E lui che ne parla definendolo "la nostra intesa". E tu sorridi triste.



Sapere, sotto sotto, che forse la verità è che non ti piace abbastanza, ma ci credi lo stesso in qualche modo.



Sapere che non vuoi dargli la soddisfazione di aver chiuso tu (come lui ha sempre predetto) pur sapendo che lui non chiuderà.



Stare tanto tanto bene con lui quando lui c'è. Così tanto da accorgerti di amarlo. Ma sentirlo lontano anni luce appena scende dalla macchina.



Saperlo non indipendente, legato a mezzi o passaggi, lontano dai tuoi giri.



Dover fingere tra gli amici in università di essere single non in cerca, perché lui non vuole.



Dover fingere a te stesso di non essere in cerca, perché ti senti legato.



Sapere che è etero. Fottutamente etero.









Chi me lo fa fare?
DueDiPicche

Cose che vanno

Lunedì, 17 Gennaio 2011
CUBO!!!! Lo amo, lo amo da morire!!!!!
DonnaDiCuori

Cose che non vanno

Lunedì, 17 Gennaio 2011
1. Rapporto con mio fratello



2. Eccesso di impegni presi tutti insieme che gestirò a fatica



3. Studio per gli esami che mi porta via tempo prezioso da dedicare a me stesso



4. Rapporto con me stesso



5. Il nervoso che mi provoca Cubo - ma lo amo...



(ho bisogno di risposte entro la primavera. In quel momento esploderò - mi conosco, so cosa vuol dire "sentire" Marzo - e si salvi chi può)
NoveDiPicche

Ira

Giovedì, 06 Gennaio 2011

Mi sono accorto di essere sempre più facile preda di attacchi d'ira.



Sarà tutto lo stress della routine che, in fondo, non mi piace (bambini-studio-sfoghi), sarà la situazione in casa che mi snerva (ho tecnicamente perso un fratello, vedete voi), sarà che sono fatto male... ma ultimamente scatto per qualsiasi cosa, e in malo modo.



E chi ne fa le spese è il povero Cubo. Mi sono reso conto che quando litighiamo lo tratto come un cencio. Per carità, ho ragione io. Ma devo imparare a moderare i toni.



...magari se riuscissimo a fare un piccolo switch da ira a lussuria non sarebbe male.
QuattroDiPicche e SetteDiCuori

Quest'anno è MIO

Sabato, 01 Gennaio 2011
° Ordine. Ci sarà ordine.



Tutta questa polvere che ho lasciato ammonticchiarsi nei miei angoli sarà fatta sparire. Olio di gomito e sacrificio purificante.





° Energia.



Già la sento. E' come avere davanti un regalo ancora impacchettato, qualcosa che SAI che è la più bella cosa di sempre ma non hai idea di cosa sia in realtà. Quest'anno sarà strano per gli altri. Perché sarà un anno secondo le MIE regole.





° Successo in ogni campo



Ovunque voglio. Quando lo decido io. Sarò il dio di questo mio nuovo mondo. Sono pronto alla trasfigurazione. Sento già di traboccare di luce.





° Amore?



In secondo piano. E comunque, come lo vorrò io. Se lo vorrò. Con Cubo. O senza. Per ora le cose vanno abbastanza bene. Vedremo.





° Amicizia?



Ohohohoh... i miei amici dovranno tenermi. Li coinvolgerò in tutto quello che sento sorgere da dentro... Che forza... Esplodo.
Congrega Dei Quattro Re

Tutto e Niente - part 2

Lunedì, 27 Dicembre 2010


Le mezze misure sono per le quasi persone, dice lo status di Facebook di una mia amica. Infatti.






L'asfalto è ghiacciato e scivoloso, la macchina sbanda in curva. Io guido aggrappato al volante con tutte le mie forze, Virgin suona sottovoce, tutto il resto tace. Poi, entrato in superstrada, lui rompe il silenzio.



"...dimmi cosa cambierebbe. Se tu mi sai dire cosa cambierebbe concretamente, io posso pensarci. Posso prendere in considerazione l'idea".



"Ma non cambierebbe niente! Guarda, per come io mi comporto con te, per come mi sento di comportarmi, è come se fossimo sposati da anni. Lo sai che non ho mezze misure. O tutto o niente..."



"Non è vero. Cambierebbero troppe cose. Intanto appariremmo agli occhi della gente come una coppia..."



"Guarda che il Lato Oscuro già ci considera una coppia..."



"Ma il Lato Oscuro non è il mondo! Secondo me dai troppa importanza a quello che pensa la gente di noi".



"...IO?! - urlando - MA TI SENTI?! Io sto vivendo di seghe mentali che con me non c'entrano niente! Vivo di problemi inesistenti TUTTO PERCHE' SONO INNAMORATO DI TE! Lo capisci?"



Altro lungo silenzio.



"Cosa cambierebbe?"



"Ancora?"



"Tu non pensi. Tu fai. Non puoi vivere di questi rischi. E se cambiasse tutto in peggio? E se tutto andasse a puttane perché ti sei impuntato?"



"Almeno saprò di aver tentato di costruire qualcosa. La vita è movimento e cambiamento, Cubo. L'unica cosa che sta ferma è la morte. E se le cose restano come sono..."



silenzio. Ometto una lunga parte di fraintendimento sulla differenza tra "ragazzo" e "fidanzato" che lui non capisce. Arriviamo sotto casa sua.



" -*voce rotta - Mi stai dicendo che se le cose non cambiano... è tutto finito?"



(interiormente penso: tutto cosa?)

"Gli scenari sono tre...

Uno. Niente cambia. Ma lentamente io mi logoro. E' inevitabile. Sono mesi che mi sto lentamente logorando. Quello che mi tiene legato a te è puro sentimento, per il resto la situazione è dal mio punto di vista detestabile.

Due. Ufficializziamo. Che non significa un fidanzamento e/o una promessa di eternità. Significa darmi pace. E poi sarà quel che sarà, magari in positivo. Chissà.

Tre. Ufficializziamo. Le cose non vanno come speravamo. Fine della storia. Ma almeno QUALCOSA finisce."



"...mi stai dicendo che sei stufo. - * si asciuga un occhio - ...sono l'ultima persona che vorrebbe dire una cosa del genere... ma se stai male... forse dovresti prendere in considerazione l'idea di chiudere..."



(mi incazzo. Dentro mi incazzo come una iena. MA CHIUDI TU! TIRA FUORI LE PALLE E CHIUDI TU!) Ma piango. Piango perché il fottuto sentimento di merda è sempre il più forte, cazzo. Piango e piango senza dignità, a singhiozzi. E gli dico quello che penso veramente, quello che forse fa ancora da collante a una situazione a pezzetti.



"...non mi perdonerei mai di aver buttato via qualcosa che potrebbe essere così bello".



Bacio. Buonanotte. Oggi crisi nera. Domani terme insieme.
AssoDiPicche

Tutto e Niente - part 1

Lunedì, 27 Dicembre 2010

Ieri sera è successo. Dopo una meravigliosa serata col Lato Oscuro in tutto il suo splendore (li amo), io e Cubo siamo scesi in strada per il nostro personale post-serata.



L'ora tarda e la considerevole distanza da casa sua di sicuro non portavano a pensare a un momento solo per noi, ma la macchina era completamente glacèe, un igloo con le portiere sigillate dal ghiaccio... prima di partire c'era da aspettare.



Ci siamo accoccolati entrambi sul sedile di guida, uno in braccio all'altro, incastrati tra volante e cambio. Baci, abbracci stritolanti, la voglia dell'altro, carezze... io perso, lui altrettanto. Poi il discorso.



"Io e te non siamo niente. Nonostante tutto quello che sento... quello che in qualche modo mi trasmetti (perché le parole non le sai usare)... non siamo niente. E allora... se tutto l'amore che percepisco da parte tua è vero, è consistente e non solo una mia illusione... cosa ti costa dirlo? Dire che sei il mio ragazzo, dire che io e te siamo una coppia? Cosa ti costa...?"



"...Natale è finito, eh?"



"Eh sì..."



"Finito il tempo dei regali, eh?"



"..."



"Ma io mi chiedo... cosa ti cambia? Se senti quello che senti... e ti assicuro che senti bene... cosa ti cambia una definizione? Non sarebbe la stessa cosa?"



"No. Non è la stessa cosa. Perché io sono sei mesi che vivo in un limbo. Né carne né pesce. Sto con te - perché nella mia testa, caro mio, sono sei mesi che stiamo insieme - sto con te e sto bene. Sono davvero felice. Nonostante tutto, nonostante tutti i paletti, tutti i filtri che il rapporto con te mi costringe a porre... io con te sto bene. Se così non fosse, ti avrei già cacciato a pedate. Ora, - *sorriso triste - visto che stare con te non è facile... visto che dal mio punto di vista è un continuo sacrificarmi per adeguarmi alle regole di un gioco non mio... forse è il momento che cominci a venirmi incontro. Perché, nel momento in cui dovesse finire tutto e fossimo ancora in questa posizione di stallo, io sentirei di aver buttato via sei mesi della mia vita. Quando morirò nessuno farà una festa sul calendario in mio onore. Non sono un santo martire."



"...allora. - *a disagio - Io non sono capace. Io non so dire ti amo. Io non so dire ti voglio bene. Io non so gestire un rapporto di coppia. Tutto cambierebbe. Mi costringerebbe a cose non mie. Romperebbe tutto l'equilibrio della mia vita. - *lunga pausa - Se vuoi posso dirti che sono bisessuale... ma fine".



"Ma cosa c'entra?! Mi sto incazzando... Dimmi cosa c'entra col nostro discorso! Io non-sto-bene, Cubo. Sto bene in quelle due ore in cui ti vedo, per poi passare giorni di tormento quando sei lontano. Perché io non vivo tranquillo! E, guarda, stai sicuro che non è una questione di fiducia. Io mi fido di te. Solo mi fa impazzire l'idea di stare spendendo energie psichiche, mentali, fisiche... tempo... per una cosa che NON-E'-NIENTE"



"Ma le cose non dovevano andare così! Era tutto iniziato con un altro spirito..."




"E chissenefrega! Ma cazzo, ora me le fai davvero girare! Era iniziato in un modo, ora è in un altro... e QUINDI?"



-silenzio



La macchina ormai è sgelata. Lui sul sedile del passeggero. Si lancia e mi bacia con trasporto. Bacia molto bene, Cubo.

Faccio il sorriso della morte.



"Non si vive di soli baci, Cubo".


[continua...]

Bilancio

Venerdì, 17 Dicembre 2010
Cos'è successo in un anno? Vediamo...



Ho vissuto un grande amore che è scoppiato come una bolla di sapone











Ho violentemente dato un taglio un passato andando a incidere molto vicino al mio cuore











Ho stretto nuovi legami che





Mi hanno fatto sognare e che





Forse ora cominciano a ledersi







Ancora una volta non ho capito niente







Ho ripreso ad amarmi e odiarmi alternativamente







Ho stretto bellissime amicizie







Ho provato rabbia, rancore, pietà, simpatia, trasporto... amore.







Mi sono riscoperto piccolo piccolo e incapace di volgere certi eventi a mio favore









Mi trovo ora confuso sul da farsi.









Cubo... non Cubo... di certo potevo scegliergli un nome con meno spigoli.
CinqueDiPicche

Innaffiatoio

Martedì, 23 Novembre 2010
L'amore me lo immagino come due innaffiatoi intrecciati.







Uno versa acqua nell'altro, che a sua volta la riversa nel primo.







Finora con Cubo ho versato, versato, versato. Purtroppo il livello della mia acqua sta cominciando a calare preoccupantemente. Ho seriamente bisogno che il mio adorato cubetto inizi a rendermela, altrimenti potrei seriamente prosciugarmi...





e io non voglio diventare secco.
TreDiPicche

Come la pioggia

Sabato, 20 Novembre 2010
Se viene viene. Se non dovesse venire, pazienza. Non ha importanza.







Mi è data la possibilità di essere me stesso. Sono ricambiato.







Finché riusciremo a comunicare, potremo andare lontano.







Anche verso una nuova definizione.







Almeno, un po' ci spero.
TreDiCuori

A new definition of self

Lunedì, 08 Novembre 2010
Chi sono?



Ogni tanto provo a pormi la domanda oggettivamente.

Tu, tu che dici di volermi bene.

Tu, tu che non me lo dici perché fingi cinismo ma me lo dimostri con tanti piccoli gesti.

Ecco. Io chi sono? Chi sono per voi?



Io da solo non posso dirlo. Di me ovviamente ho un'opinione. Mi conosco come le mie tasche. Ma mi sfugge qualcosa di molto importante.



Di me so:



Che non SONO mai. Io mi TROVO AD ESSERE. Le cose mi capitano, volente o nolente.



Che sono ottimista. Ma non scemo.



Che sono paziente.



Che su certe cose sono intollerante.



Che non sono competitivo.



Che lotto solo per le cose che sento alla mia portata.



Che però, quando mi fisso un obiettivo, lo raggiungo ad ogni costo.



Che sento a me estranea la possibilità di fare pienamente amicizia con qualcuno che mi piace. La tensione sessuale sottostante è troppo forte. Il rapporto è su un altro piano.



Che sono un buon amico.



Che perdono tutto, tranne ogni forma di tradimento.



Che bevo un po' troppo.



Che posso essere insopportabilmente acido con chi mi ha fatto male.



Che credo che l'unica forma di guarigione dai fantasmi del passato sia l'oblio. Un buco nero che inghiotte tutti quelli che stanno attaccati al fantasma.



Che qualche volta, allo specchio al mattino, penso "Beh... non male".



Che la maggior parte delle volte allo specchio al mattino penso: "che schifo".



Che sogno tantissimo.



Che sono romantico.



Che vivo di Pallini. Il pallino della musica, dell'arabo, ...poi se ne vanno da soli. Qualcuno resta.



Che per comodità considero la mia personalità scissa. Tante sfaccettature come le carte del mazzo.







Tante amenità. Ma l'essenza qual è? Chi sono? Fratello-figlio-amante-amico-collega-vicino... Mah.
AssoDiFiori

Tutta la sofferenza possibile

Domenica, 31 Ottobre 2010

Ho tanto, tanto dentro. Tante belle cose, tutte destinate solo a quegli amici più cari che tanto amo. Tanto schifo. Destinato probabilmente solo a me stesso, perché le persone a cui in realtà è destinato non devono e non vogliono sentire. Non devono: implicherebbe una vicinanza fisica alla causa di tutto il male interiore che mi porto dentro da due anni. Non vogliono: si rifugiano nel loro diritto di "non coinvolgimento", causando ulteriore dolore.



Accantono per un momento l'idea di scrivere un post fitto fitto e difficilmente leggibile, con il solo scopo vanitoso di dimostrare visivamente l'assembramento denso e caotico che c'è in me. Meglio propendere per una stesura più chiara.



Il problema è mio fratello. Più a monte, il problema era quell'Altro. Ma l'Altro non c'è più.



L'Altro è stato il mio più grande amore. Unilaterale.

Di lui mi sono innamorato ascoltando le sue confidenze, le sue speranze e le sue disillusioni. A lui ho confessato il mio nuovo e sorprendente sentimento. Di lui non ho capito la totale inumanità.



Non c'è stato corteggiamento. Io ho subito messo le carte in tavola, lasciandogli campo libero in tutto. Ero in un periodo stranissimo, uscivo da un periodo di profondo odio verso me stesso che andava risolvendosi dopo il coming out. Ero debole e vulnerabile senza esserne cosciente. Era la mia prima volta "di cuore".



Lui, uomo di mondo, viveur bisessuale fascinoso, saccente e stronzo (quindi per me irresistibile) cominciò a giocare con me. Mi prendeva, mi illudeva, mi lasciava.

La tortura continuò per due settimane. Qualche estratto:



"Se per te va bene, possiamo provarci"

io: "...!"

-un'ora dopo

"no, non potrebbe proprio funzionare, non mi piaci"





"(ubriaco, dopo aver passato la sera a cercarmi, baciarmi e tenermi stretto) Domani per te sarà una giornataccia"

il giorno dopo, al telefono: "ero ubriaco. Non se ne fa niente"



Io cominciavo a impazzire. Passavo giornate e giornate a riempire bloc-notes di poesie e a girare per la casa senza pace. Mio fratello cominciò a definirmi "Lo zombie".



Finchè, il fatidico 24 luglio, i miei partirono per una vacanza lunga un mese. Lui decise solo allora che si poteva provare. L'idea di una casa vuota, di un concubino dedizioso e probabilmente una molesta noia lo spinsero a iniziare a distruggermi. Il 24 luglio mi comunicò questa decisione portandomi in camera, spogliandomi e prendendomi di tutta violenza. Sanguinai per due giorni. Il suo unico commento davanti al suo pene sporco fu "Che schifo". E io chiuso in bagno, dolorante, disgustato e innamorato perso.



Iniziò così, con brutalità. Io non capivo niente. Lui tesseva trame e schemi. Grazie alla mia intercessione ("Ma no ragazzi. Sembra viscido, ma è una bravissima persona. Dategli questa possibilità") riuscì a stabilirsi in pianta fissa nella compagnia. Sempre grazie a me riuscì a superare la forte diffidenza che mia cugina (la mia anima gemella) provava nei suoi confronti.



Mise le cose in chiaro dopo 3 giorni di sesso. Mi disse, con una finezza verbale di tutto rispetto, "Vieni con me, ti porto nello Scoparium". Lo Scoparium altro non era che la casa della sua defunta nonna. Arrivati nell'appartamento mi portò in una stanzetta e mi lasciò solo, dicendomi di mettermi comodo, che sarebbe tornato subito. Si presentò nudo ed eretto, con in mano un vassoio con sopra due bicchieri e una bottiglia di scotch. Cominciammo a bere, così, senza un perché. Mi fece ubriacare. Mi prese ancora una volta. Io sanguinavo. Macchiai il lettino. Eravamo entrambi troppo ubriachi per poterci anche solo avvicinare a un orgasmo. Dopo un'ora e mezza di strofinio, si fermò, tutto sudato. Biascicò: "Fino a settembre. Poi tutti amici come prima. Prendere o lasciare". Presi. Lui poteva cambiare. Si sarebbe innamorato. Tutto sarebbe andato a meraviglia. Riprese da dove si era interrotto. Finimmo (rinunciandoci) 2 ore dopo. Tornato a casa crollai per la stanchezza.





Cominciò a violentare la mia anima lentamente, giorno dopo giorno. Tutto l'amore che riversavo su di lui si tramutava puntualmente in commenti dolorosissimi. Mi volevo ancora troppo poco bene per immaginare una situazione diversa da questa. Tutto il mio nascente amor proprio morì nel giro di due settimane. Ecco i commenti migliori:

"Certo che sono proprio messo male per stare con te"

"Sei uno sfigato. Non ti sai vestire. Fai proprio pietà"

(mentre cucinavo per lui dopo una serata carnale) "Con una donna è molto più bello"

"Cosa continui a correre? Tanto sei un caso senza speranza"

"Ti puzza il fiato, stammi alla larga" (e mi prese una psicosi da dentifricio. Me li lavavo così spesso che per un mese ho sofferto di gengivite)

"Scopiamo" (in ogni luogo e momento. Lui ha sempre e solo scopato. Io facevo l'amore.)





Lo facevamo ovunque. Assecondavo tutte le sue fantasie più schifose. Una volta mi picchiò. Reagii indignato, ma vedendo il suo sguardo farsi freddo tornai subito a tacere. Eravamo oggetto del pubblico ludibrio di tutta la compagnia. Lui mi metteva alla prova corteggiando davanti a me delle ragazze. Io stavo zitto e mi sforzavo di sorridere, poi lui si avvicinava e diceva "Bravo. Questo è proprio l'atteggiamento che mi aspetto da te".





Ero cieco. Quello che per lui era un passatempo momentaneo per me era la storia di una vita. Lo sapevo, almeno credo. Ogni giorno passava con il tic-tac degli orologi come sottofondo. Sentivo che settembre si avvicinava e temevo la fine di quello che consideravo un sogno.





Ho rimosso molto di quel periodo. Lo so, sembra strano vista la ricchezza di dettagli che ho fornito finora, ma credo di essere riuscito a cancellare le parti più schifose. So solo che il 20 agosto le cose cambiarono.



Io e i miei amici vivevamo in una sorta di comune hippie in casa mia. Lui quella mattina mi portò in cucina e mi disse: "Ho parlato con una mia amica. Lei è convinta che ti stia facendo troppo male, che ti stia usando. E' meglio troncare".



Ero combattuto interiormente. Mi spiaceva tanto, ovviamente, ma ero così felice che lui stesse maturando sentimentalmente... Lo abbracciai piangendo e lo lasciai al suo destino, contento di averlo aiutato a crescere.



Lo stesso giorno alle sei di sera mia cugina ricevette una telefonata trafelata e senza fiato. "Lui è lì? Digli di aspettarmi! Sto arrivando di corsa. Sono un coglione"



Arrivò sudatissimo. Mi riportò in cucina. Mi abbracciò fortissimo. Mi baciò. Mi strinse ancora e mi disse: "Perdonami. Non avevo capito la forza di quello che provavo per te. Resta con me..."



E dentro di me il putiferio. Capodanno. Altro che toccare il cielo con un dito. Ce l'avevo fatta.  Fu forse la sera più bella di tutta la mia vita. Facemmo l'amore lentamente e dolcemente, per una volta. Ancora non sapevo che se lui era tornato era solo per la soddisfazione delle sue gonadi.



Il giorno dopo partì per Roma, regalo di compleanno.



Il giorno dopo ancora arrivò una telefonata a mio fratello. Rideva. Non lo dimenticherò mai. Rideva. Poi, con un sorriso ebete: "Ahahah! E' appena arrivato a Roma e si è già sbattuto uno!"





Morto. Eravamo sul Lago di Como. Morto. Guardavo l'acqua. Io ero più freddo di quell'acqua. Non scorreva più il sangue. Qualcosa si è spezzato. CROLLO. L'unico CROLLO definitivo di tutta la mia vita. Tabula rasa.





Tornò qualche giorno dopo. Lo portai in cucina. Era ormai un sacrario per queste situazioni. Gli dissi: "E' chiusa". E lui, raggiante: "Meno male. Volevo chiudere io...".





Rimasi prigioniero di una situazione agghiacciante. Amici come prima. E io abbastanza stupido da tentare di adeguarmici. Passavo le giornata in un angolo a suonare il clarinetto. Stupido blues di uno stupido che non lo sa suonare. E lui in casa. Lui sempre in casa. Un giorno lo fermo in corridoio e, a sguardo basso, gli chiedo scusa per il mio comportamento schivo. Gli spiego che la ferita era ancora sanguinante. Che per me era dura. In tutta risposta: "Capisco. Ma non vedo comunque l'ora di raccontarti di Roma e di quel ragazzo. Verrà a trovarmi a breve".



Secondo CROLLO in pochi giorni. Le poche Carte che stavo rialzando, sbilenche e instabili, tutte spazzate via in un soffio.



Non ce la facevo. Non potevo farcela. Doveva sparire. Era un incubo. Mi addormentavo la sera e al mattino lo trovavo nella branda di fianco al mio letto. Tutti parlavano di lui.



Scoppiai. Un mattino iniziai a piangere e non riuscii più a smettere. Sentendomi singhiozzare il ragazzo di mia cugina venne a vedere cosa stava succedendo. Mi trovo su una sedia, tremante e gocciolante. Mi abbracciò senza dire una parola e mi tenne stretto a lungo. Ancora oggi, nonostante tutto quello che è seguito, provo gratitudine nei suoi confronti.



Chiamai mio fratello: "Non lo voglio più vedere. Fuori di casa."





L'Altro cominciò a infamarmi. Scrisse che era passato "Dalla merda all'oro". Per me, memore e segnato dalla prima volta che mi aveva montato, fu uno shock escrementizio. Quando sfogai tutto il mio dolore su un altro blog, ebbe il coraggio di commentare dicendo che la mia era una visione parziale della realtà.





Lo cancellai da tutto. Ovviamente non da me e dal mio mondo reale. Non si può.





Sono fermamente convinto della persistenza del sentimento. Chiunque sia in grado di provare dei sentimenti, di amare, non può spegnerli da un giorno all'altro. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Il mio amore senza confini si tramutò in un odio disperato. Tutt'oggi desidero la sua disfatta più completa e continuo con un'inutile opera di damnatio memoriae.





Com'è ovvio che sia, la compagnia lo allontanò e si strinse attorno a me, vulnerabile, tremante e bisognoso di cure.







...





ci avete creduto?





La compagnia si strinse attorno a lui. Fui abbandonato da tutti. Smisi di vederli. Mio fratello e gli altri continuavano a citarmelo, a propormelo, a portarlo in casa con me presente. Divenni paranoico. Tempestavo di domande mio fratello quando usciva "C'è lui? Con chi vai??"

Quando a Capodanno gli amici rifiutarono il mio invito a una festa casalinga per festeggiare con lui, arrivai al punto di non ritorno. Il primo gennaio li avvertii: non mi avrebbero più visto, avevo bisogno di tempo da solo per elaborare il mio dolore. Tempo che nessuno di loro mi ha mai lasciato.



Da allora mia cugina non mi rivolge più la parola, suppongo perché ha preso la mia decisione come un atto di orgoglio. Se non ci uscisse mio fratello, avrei perso anche i contatti con tutti gli altri.





E ora arriviamo al punto. Mio fratello ci esce. Ci esce nonostante tutto. Nonostante mi abbia visto a pezzi, mi abbia visto piangere, maledire il suo nome  e farmi del male. Stasera è con lui.



L'altra sera l'ho affrontato. Sono due anni che ingoio rospi ogni volta che so che sono insieme. Gli ho detto che penso di lui cose che di un fratello non bisognerebbe mai pensare. La sua risposta è stata "Smetti di rompere il cazzo".






E ora sono qua, pronto e disposto a causare tutta la sofferenza possibile.

Quello stronzo si è portato via tutto. Il mio amor proprio. La mia capacità di innamorarmi. Addirittura, fino ai miei primi approcci fisici con Cubo, non riuscivo più a raggiungere l'orgasmo.

Si è portato via mia cugina, ora sua migliore amica. La mia compagnia.

E ora mio fratello.





Ma ho smesso di soffrire in silenzio. Qua non siamo in un'agiografia. Nonostante Cubo sostenga che sia inutile ("Tuo fratello ha già fatto la sua scelta tempo fa, scegliendo di restargli amico"), io a mio fratello tengo tantissimo. E dentro di me non posso sopportare oltre la situazione.



O me. O lui. Scelga. Soffrendo. Non ha più importanza.





E' ora di tagliare l'ultimo legame rimasto.

Carta Zero, Seme Zero